E. Ambiente
Gestione ambientale, sociale e aziendale
Vedi:
Per quanto riguarda la sostenibilita' economica dell'attivita' e quindi la sua riproducibilita' nel tempo, ci sembra ormai chiaro che ci siano alcuni equivoci da chiarire.
La frenesia dell'aumento di produzione, mentre le campagne si spopolavano a favore delle attivita' industriali cittadine, ha comportato l'inizio di un cambiamento epocale.
ESG: Environmental, Social, and corporate Governance
Approfondimenti (1, 4, 8)
Rispettare l’ambiente, il territorio, tutti gli attori coinvolti e l’equità nella gestione del proprio personale.
S. Responsabilita' sociale
La ns e' un'azienda a gestione familiare.
Per tradizione siamo + orientati a valorizzare il lavoro autonomo:
- maggiore responsabilita' dell'individuo
- orientamento alla crescita personale
- possibilita' di mutuare esperienze diverse presso diversi clienti
Si tratta di caratteristiche probabilmente gia' implicite nel ns dna familiare, ma sempre da ricordare e tenere ben in evidenza durante l'attivita' di impresa.
Gli sforzi combinati sul fronte dell'agricoltura bio, dei mezzi elettrici Eletev e delle energie rinnovabili (fotovoltaico e compost vegetale) danno gia' un'idea della ns predisposizione.
La realizzazione di prodotti (agricoli e non) che possano giovare al benessere dell'ambiente e di una popolazione in progressivo invecchiamento e' un ns obiettivo costante.
Le attivita' correlate che portiamo avanti fanno da corollario importante e ci consentono di tenere attiva l'attenzione su tutti i mezzi disponibili per perseguire questo obiettivo.
A ns parere, "lavoro" e "remunerazione del lavoro" sono due concetti correlati, ma che storicamente sono nati e vanno considerati in maniera distinta.
Il lavoro, considerato come creazione di valore aggiunto per la societa' intera, e' di fatto infinito.
Basti pensare alle possibili opere di volontariato: non avrebbero limiti.
Quale debba essere la giusta remunerazione di tale opera (lavoro) e' sempre stato oggetto di discussione.
Quando contempliamo i monumenti storici del passato (in Italia c'e' solo l'imbarazzo della scelta), ci siamo mai chiesti con che tipo di lavoro, di regole e remunerazione siano stati costruiti?
. categorie sociali con maggiori capacita' economiche ed imprenditoriali hanno sempre cercato di dominare i fattori della produzione (lavoro compreso) a proprio favore
. si e' assistito nei secoli scorsi, poi con una forte accelerazione negli ultimi decenni, alla crescente sovrapposizione dei due concetti distinti di cui dicevamo sopra: lavoro e sua remunerazione
. al punto che spesso si parla di diritto al "lavoro" intendendo in realta' il diritto allo "stipendio", magari per poter accedere subito ad un mutuo bancario x l'acquisto di auto, moto e vacanze, dove poter trovare finalmente la propria realizzazione personale ! (...)
Dopo le contestazioni sociali degli anni '60 del '900, anche i rappresentanti del popolo in parlamento hanno avuto buon gioco a lasciarsi prendere la mano, cercando di proporre un posto di lavoro (stipendio) a tutti, ma in realta' senza nessuna valutazione del reale valore aggiunto che quelle posizioni avrebbero o meno creato per la societa' stessa.
Nello stesso periodo, molte persone si sono trovate a ricevere uno stipendio impegnando le loro migliori energie ed il loro tempo in attivita' che non agevolano la produttivita' degli altri lavoratori, addirittura in alcuni casi la ostacolano: nemmeno un pensiero ad impegni sociali di salvaguardia dell'ambiente ha mai sfiorato la mente della collettivita'.
Ancora nel 2022 qualcuno molto timidamente accennava ai concetti di debito "buono" e debito "cattivo", quasi che parlare apertamente della necessita' di scardinare questo equivoco storico fosse ormai un'impresa impossibile e, soprattutto, impronunciabile.
In assenza di valore aggiunto che possa compensare la spesa per gli stipendi con introiti fiscali, o almeno con benefici sull'ambiente di vita circostante, e' evidente che la sola compensazione per gli stipendi erogati e' stata l'esplosione del debito pubblico: cioe' e' stato semplicemente stampato denaro per pagare salari e pensioni.
Finche' il modello sociale resta questo, ci sembra un po' difficile che si possa recuperare motivazione per i lavori agricoli per la necessaria stabilita' aziendale.
G. Gestione aziendale e sociale
. speculando anche sul fatto che altre categorie sociali piu' svantaggiate, quando non costrette, hanno trovato a volte comodo farsi guidare nell'organizzazione del lavoro, senza lo sforzo e la responsabilita' personale di associare la remunerazione al raggiungimento di obiettivi di valore aggiunto per se' e per la collettivita'
L'abbandono delle campagne ha lasciato buon gioco all'utilizzo della chimica, alleata subdola della meccanizzazione agricola.
Chi lavora in campagna?
I fattori della produzione
A parte gli estremi climatici, cui sappiamo bene quanto l'opera dell'uomo (agricoltura in primis) abbia contribuito (e stia tuttora contribuendo), potremmo considerare:
. materiale vegetale (piante, sementi)
. prodotti antiparassitari
. mantenimento della sostanza organica
. mezzi meccanici
. lavoro umano
Se dei primi 4 fattori abbiamo abbondantemete trattato nelle altre sezioni di questo sito, resta ora da porsi la domanda cruciale:
La giusta remunerazione del lavoro
Se i consumatori non sono disposti a riconoscere il valore aggiunto delle produzioni bio, se l'agricoltura convenzionale continua ad essere libera di scaricare sulla collettivita' i danni fatti all'ambiente, ben difficilmente ci potra' essere equa remunerazione per il lavoro agricolo bio.
In tutte le zone viticole piemontesi vediamo prevalere la presenza di squadre di persone straniere, organizzate sotto forma di cooperative, per i classici lavori stagionali.
Le vendemmiatrici meccaniche cercano poi di sopperire al problema della raccolta manuale.
Noi abbiamo finora resistito ad adottare queste soluzioni.
In futuro potremo riuscire finalmente a telecomandare a distanza i mezzi Eletev, ma e' evidente che senza una svolta epocale di riscoperta del valore aggiunto dell'agricoltura bio saremo in difficolta' a farci aiutare nella gestione dei lavori manuali.
L'invecchiamento della popolazione, la denatalita', la crescente complessita' delle norme sul lavoro rendono tutto difficile, come per molti altri settori.
Un semplice confronto con le attivita' di giardinaggio e la relativa remunerazione oraria puo' servire a dare un'idea del perche' ci sia una pletora di giardinieri e nessun lavoratore agricolo.
Ci permettiamo una breve digressione: forse puo' essere utile per fare un po' di chiarezza sulla successione degli eventi.
Cosa si intente per lavoro?
A cio' possiamo aggiungere come concausa l'equivoco storico dell'interpretazione del dualismo lavoro/salario, alla cui distorsione le istituzioni democratiche, assecondando le aspettative crescenti del popolo votante, hanno contribuito non poco.
La remunerazione e' sufficiente?
No, a nostro parere sicuramente aiuta, ma non e' sufficiente.
Perche' e' sparita la passione, la motivazione per il lavoro agricolo, in particolare per quello manuale?
Sicuramente il lavoro manuale e' andato nel tempo impoverendosi di attrattivita', troppo spesso approfittando della disponibilita' delle persone ad eseguire attivita' faticose ed usuranti, senza cercare soluzioni "collaborative" per alleviare la fatica e promuovere la partecipazione.
Come sempre, nella confusione generale risulta ben difficile destreggiarsi.
Ci auguriamo almeno che i mezzi Eletev, grazie al progetto di meccanica agricola "open source" possano essere protagonisti nel riavvicinamento collaborativo tra uomo e macchina, consentendo agli operatori di ritrovare la motivazione perduta, con un giusto mix di preparazione tecnica per l'utilizzo e lo sviluppo dei mezzi, di passione per il risultato sociale che si ottiene con il proprio lavoro e consapevolezza dell'importanza anche salutistica di una moderata attivita' manuale quotidiana, esposti all'aria aperta ed alla luce solare.
E Gocciorosso?
Le considerazioni esposte nella sezione "Approfondimenti - prezzo equo" potrebbero essere sviluppate in modo inverso per quanto riguarda la giusta remunerazione del lavoro.
Se ci spostassimo negli uffici pubblici della regione e degli enti correlati per la gestione delle "pratiche" agricole, troveremmo centinaia di impiegati che, naturalmente con l'intermediazione delle associazioni di categoria degli agricoltori, maneggiando i dati e le foto satellitari dei campi agricoli con certosina attivita' quotidiana di gestione e controllo, partecipano alla resistenza del sistema agricolo regionale e nazionale alle sfide globali ...
Ci sarebbe da scrivere un capitolo ad hoc sui contributi comunitari e regionali all'agricoltura, sulla burocrazia generata e sulle risorse destinate al suo mantenimento: sembra quasi che l'agricoltura sia solo un mezzo per giustificare l'apparato burocratico sottostante e non il fine da perseguire.
Facciamo un esempio?
Il federalismo regionale, che negli anni '90 del secolo scorso sembrava un miraggio a fronte dell'inefficienza del Sistema agricolo Nazionale (SIAN), ora si manifesta in tutta la sua dirompenza: mentre il SIAN mostra miglioramenti, l'apparato gestionale agricolo regionale e' moltiplicato per il numero delle regioni, ciascuna con il suo personale ed i suoi software per la gestione delle "pratiche" agricole.
Oggi non riusciamo neanche a programmare una manutenzione efficace dei "tesori" del passato.
Se qualcuno pensa di riconoscersi in questa impostazione, ci contatti per uno scambio di idee o di collaborazione.
> 9 ESG
A dir la verita', ci sembra che il protocollo ESG abbia un approccio piuttosto timido: cominciamo a parlare di ambiente dopo 50 anni di disastri, senza bloccare quelli tuttora in corso?
Per l'inquinamento purtroppo la regola del "non e' mai troppo tardi" lascia alquanto a desiderare.